“Maestro, non riesco a dormire in queste notti.”
“Se non dormi è perché non riesci ad abbandonare il controllo. La notte ti mette a nudo, ti chiede di fidarti di lei, di togliere tutte le maschere, di lasciare andare. E’ la dea della verità.”
“Come faccio ad abbandonarmi?”
“Con il respiro. Che è la tua danza interiore. Ciò che hai dentro il tuo corpo, anche se non lo vedi, fa parte di te. Esiste. E tu non gli stai dando attenzione. Impara a cullare i tuoi organi interni con il ballo del tuo soffio. La notte è il buio che è giunto. Come fai a farti travolgere da lei se non ti prendi cura del buio che hai dentro?”
“Il respiro, maestro? Come faccio a farlo danzare?”
“Nel tuo corpo ci sono infiniti ritmi che tu non riesci a sentire: c’è il battito del tuo cuore, lo scorrere del sangue nelle tue vene, il flauto del tuo respiro. Ascoltali. Chiudendo i tuoi occhi che ti portano a concentrarti solo sul fuori di te stesso. Senti la melodia che il tuo buio crea. E fatti trasportare da questo ritmo.”
“E mi addormenterò?”
“Al contrario. Ti sveglierai! Dalla tua sonnolenza interiore. Riacquisterai vitalità, attenzione, presenza. E finalmente potrai dolcemente entrare nel mondo notturno che ha così tanto da donarti: messaggi, ricordi, intuizioni. Li puoi cogliere solo se hai lasciato il controllo, se hai fiducia nella notte, nel mistero. Il problema non è riuscire ad addormentarsi ma rimanere svegli. Soprattutto nel buio.”
Elena Bernabè