~Cerbero's Blog

Quando la follia si trasforma in bits…

Il brutto ceffo

BRUTTOCEFFOEro felice, in vacanza, il primo viaggio lontano, dopo ore ed ore in aereo finalmente in piedi e non seduto su un sedile per quanto comodo sempre ristretto per le mie dimensioni… Un’aeroporto enorme, tanta gente tutta in fila che si accingeva a seguire il classico iter di controlli e domande, iter relativamente semplice ed indolore, ma e’ proprio questo che poi si rivelera’ un’avventura particolare e allo stesso tempo un po’ scioccante. Ma partiamo dal principio…

Fine delle scuole superiori, come regalo per il diploma, un bel viaggio in Canada, dopo circa 10h di volo si atterra, e qui torniamo all’inizio del post, pian piano tutti iniziano ad uscire dall’aereo, proseguiamo tutti in fila, come se dovessimo sottoporci ad un’esecuzione, ma sapevo dove e come si sarebbero svolti i prossimi minuti, ritirare le valigie, passare dal primo controllo della dogana, “anything to declare?” (nulla da dichiarare?), no… passaggio agli infrarossi e via verso il secondo step, controllo del passaporto, anche qui vado tranquillo, non mi hanno fatto problemi prima, il passaporto e’ nuovo di zecca, daranno uno sguardo e via, macche’, il tizio era un signore anziano, inizia a scrutarmi come se fossi un malvivente, uno di quei mafiosi italiani di cui tanto si e’ visto nei film, o addirittura visto il periodo un terrorista arrivato per chissa’ quale motivo, mi fa’ tante domande, dove vai?, cosa farai?, quanto tempo starai?, perche’ sei solo?, hai conoscenze qui?, perche’ proprio in questa nazione?, e molto altro, in quel momento oltre a cercare di fare meno errori possibili visto il miothe big escapeinglese non proprio perfetto, ma comunque comprensibile, mi frullava per la testa l’idea, ma che ci sono venuto a fare qui? se scappo e torno indietro? la testa mi suggeriva ma digli in italiano “ma per chi azz mi hai preso? non sono un delinquente, un terrorista o chiunque pensi tu, sono qui solo per un mese di vacanza, nulla di piu’!”… ma non mi avrebbe capito, scappare non potevo, e allora mi sono messo l’anima in pace e con calma e sangue freddo ho cercato di fargli capire che non ero un brutto ceffo.

Arturo

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